IL LINGUAGGIO CHE STIMOLA IL CERVELLO



Pensiero e linguaggio sono attività vitali per il cervello, non solo perché corrispondono al suo modo naturale di funzionamento ma anche perché  sono in grado di plasmarlo, ampliandolo o al contrario limitandone la crescita.
Per cui, le parole che pronunciamo modificano la chimica mentale e hanno l'impatto di veri e propri farmaci, per questo è importante adoperarle con consapevolezza.
Se vogliamo acquisire un pensiero elastico, dobbiamo cominciare a usare le parole in modo più duttile. E' il linguaggio che dà forza al cervello e lo rende creativo. I giri di parole e i rimuginii mentali sono da bandire in quanto dannose per il cervello.

Le frasi "salva-cervello"

"Vado bene così come sono": accettarsi con i propri difetti, le proprie debolezze è il primo passo per far stare bene la propria mente. Questa è la chiave che scioglie veri e propri blocchi: la paura di sbagliare, di essere disapprovati, di deludere le aspettative proprie o altrui. Pronuncia queste parole ogni volta che sei tentato di metterti sotto processo, se dai carta bianca al tuo cervello lui saprà sorprenderti.

"Tutto è possibile": per il cervello questa frase si traduce in benefica plasticità, in qualsiasi momento possiamo andare oltre gli schemi e imparare qualcosa di nuovo.

"Chissà come andrà a finire...": mantenere aperto il finale aiuta il cervello a funzionare senza condizionamenti, ci evita le forzature, accende la curiosità che ha un effetto stimolante su tutte le nostre facoltà mentali.

"Sento che è giusto così": anche se agli occhi degli altri può apparire incomprensibile per noi è giusto. Questo significa che non siamo pilotati da nessuno, siamo noi a guidare le nostre azioni.

"Ci posso riuscire": anziché tirarci indietro subito, senza nemmeno provarci, diciamo a noi stessi che possiamo riuscire e offriamo una chance al nostro cervello.

"Mi incuriosisce...": quando pronunciamo questa frase andiamo oltre la situazione e impariamo a lasciarsi andare.


Le parole che bloccano la mente

Sono controproducenti per la mente tutte quelle frasi che il più delle volte si dicono quando in realtà non si ha nulla da dire. E' una falsa comunicazione che lascia il cervello addormentato rallentando le attività cerebrali.
Altrettanto dannose sono quelle espressioni esagerate come definire una "tragedia" il ritardo del treno, "una disgrazia" un malessere influenzale.
Queste parole deformano la realtà costringendo il cervello ad adeguare alle nostre percezioni anche le reazioni emotive. Così nasce lo stress...

"Sto male ma devo reagire..": il modo migliore di sfruttare il malessere psichico è quello di accoglierlo, fargli spazio; ciò non significa cadere nel vittimismo ma concedersi il tempo che ci vuole perché dal disagio possano scaturire i cambiamenti necessari.

"Non si può lasciare tutto al caso...": l'ansia di controllo fa sì che interveniamo in qualsiasi situazione cercando di dare agli eventi la piega desiderata: in questo modo si costringe il cervello a seguire false piste. In momenti di confusione, il cervello sa trovare da solo la soluzione.

"Ho ben altro da fare": è proprio quando abbiamo ben altro a cui pensare che è opportuno svuotare la mente con attività apparentemete superficiali e senza scopo.

"Cosa penseranno se...?": non blocchiamoci in vecchi schemi che ci privano di nuovo nutrimento.

"Lo so già...": poche parole che chiudono un discorso che non ci piace o non ci interessa, ci impediscono di aprire nuove prospettive o imprevisti. Proviamo a fare come ci suggerisce l'intuito: lui sì che conosce perfettamente cosa vogliamo.

"Dopo tutto quello che ho fatto per te": litigare e rinfacciare ciò che è accaduto anni fa, fare continuamente confronti ostacolano il corretto funzionamento della mente. Le parole che ci riportano in un tempo che non c'è più costringono il cervello a riaprire un "archivio" che fisiologicamente aveva archiviato.

"Rimango fedele ai miei principi": le regole e i principi danno sicurezza e sono un punto di riferimento che traccia la strada per non perdersi, ma consideriamo che ogni principio non ci serve per allargare la conoscenza ma a fissarla su schemi troppo fissi. Sì ai principi purché non diventino vincoli.


FONTE: "Ricarica il cervello", Edizione Riza

www.annarossetto.it 




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