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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

ASSAPORA I MOMENTI DI GIOIA

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  La mente è uno splendido meccanismo: usala bene ma non farti usare. Anche nei momenti in cui provi maggiore soddisfazione e hai appagato le tue attese sono in agguato pensieri e riflessioni che rischiano di rovinare gli attimi più belli. Vivi in pieno le emozioni positive e cerca di sfruttarne tutti gli effetti benefici. Che cosa è la gioia? La gioia è una delle emozioni piacevoli ed è legata quasi sempre alla gratificazione di bisogni e desideri; nello stesso tempo è caratterizzata dall'assenza di tensione e insoddisfazione. Gioia dunque vuol dire pienezza e soddisfazione personale e può essere scatenata da tutte le condizioni nelle quali possiamo appagare un desiderio o procurarci piacere. Anche le emozioni gioiose, più spesso di quanto non si creda, sono contaminate dall'angoscia e dalla tristezza. E' tipica la paura che ci sorprende quando le cose vanno bene, i brutti pensieri che arrivano quando ci stiamo godendo un momento. Perché accade? Perch

LA PAURA: EMOZIONE SALVAVITA

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  La paura è un sentimento innato, un'emozione di base che scatta ogni volta che viene minacciata in qualche modo la nostra integrità psicofisica.  La natura ci ha dotato di questo salvavita che ci consente di sfuggire o affrontare tutte quelle situazioni in cui la nostra sopravvivenza, reale o simbolica, viene messa a repentaglio. Se è certamente del tutto logico scappare davanti a uno sciame di api o per una scossa di terrremoto, perché mai dovremmo essere terrorizzati da un ascensore, dall'incontro con una persona che non conosciamo? Anche in queste situazioni noi sentiamo che si nasconde un pericolo, più simbolico che reale.  A renderci paurosi è un'identità fragile, una certa estraneità a noi stessi e al nostro mondo interiore. Quanto più lontani siamo da noi stessi, tanto più il mondo esterno diventa minaccioso e temibile. La soluzione? Recuperare il contatto con la nostra interiorità. A cosa serve la paura Le caratteristiche di un oggetto temuto ri

LA TRISTEZZA E L'INUTILITA' DEL SUPERFLUO

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Si può essere tristi e non saperne il motivo esatto per cui accade, ma la tristezza è sempre la reazione a eventi traumatici come un lutto, una perdita, una delusione, un abbandono. La tristezza evoca il vuoto, la mancanza di sperare per il futuro, tutto appare ugualmente indifferente e inutile. La funzione della tristezza è segreta e sottostante, essa agisce nel profondo e serve a sgretolare quella facciata con cui ci identifichiamo, ma che non corrisponde alla vera vita che vorremmo. La tristezza serve per farci capire che sono del tutto privi di senso i gesti che compaiono abitualmente in modo automatico, per abitudine. Ci riporta alla nostra interiorità allontanandoci dal clamore dell'esterno, ci spoglia del superfluo per riportarci all'essenza. Ecco perché essa scatta nei momenti in cui abbiamo bisogno di attingere a risorse interiori profonde, per consentire una ristrutturazione del nostro modo di vedere e sentire le cose. Rifuggire la tristezza vuol dire ri

RIMUGINII: PENSIERI CHIUSI CHE BLOCCANO LA MENTE

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Molti passano il tempo in cui non sono impegnati in azioni concrete a rimuginare su ciò che è accaduto: ricostruiscono gli eventi appena vissuti ma in una visione per loro più confortante, in cui sono sempre loro stessi a dire la cosa giusta, a dare la risposta più brillante, a mettere in riga un collega e così via. Quando ragioniamo sulle ferite dell'anima, dopo un abbandono, una sconfitta, un litigio o un tradimento, ci chiudiamo nella prigione dei pensieri. Questi pensieri via via aumentano e iniziano a somigliare a un meccanismo che si ripete sempre uguale.  Di fronte a un evento che cambia la direzione della vita, chi tende a rimuginare lo legge sempre come un errore e si impone di risolvere il problema. Spesso la soluzione migliore non arriva, così si continua a girare intorno al problema, ritrovandosi bloccato e spegnendosi poco a poco. Esistono parole pesanti che sovraccaricano la psiche, ci trattengono a terra impedendoci di spiccare il volo, mettono sp

I PREGIUDIZI: CONVINZIONI CHE TOLGONO LIBERTA'

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Siamo tutti convinti di essere liberi nel nostro modo di pensare. I pregiudizi li vediamo negli altri, ma in noi stessi facciamo una gran fatica a riconoscerli e, di conseguenza, a impedire loro di influenzare negativamente la nostra vita. Siamo convinti dentro di noi di una serie infinita di luoghi comuni e di generalizzazioni che riguardano i più svariati argomenti. Si tratta perlopiù di convinzioni negative e del tutto infondate, che però albergano costantemente in noi e orientano le nostre azioni, senza che ce ne accorgiamo. Così finiamo per agire proprio nella direzione prevista dalle convinzioni stesse e in tal modo l'avverarsi delle nostre previsioni rafforza ulteriormente i nostri pregiudizi. Il pregiudizio è un fossile, un pensiero formatosi anni fa sulla base di una realtà diversa da quella odierna. Abbiamo bisogno di una verità vissuta non preconfezionata. Inizialmente fare questo può sembrare faticoso, ma col passare del tempo noteremo che, non seguendo

IL SENSO DI COLPA: UN GIUDICE INFLESSIBILE

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Il senso di colpa è un giudice inflessibile che non ci dà tregua e limita la nostra vita. Ci si sente in colpa verso i genitori per la loro sofferenza, ci si sente in debito verso i figli perché non si passa abbastanza tempo con loro, ci si sente inadeguati nel ruolo di genitori, ci si sente in colpa verso gli amici quando si litiga e così via. Ovviamente questo sentimento non è necessariamente qualcosa di insano: quando è sviluppato in modo normale, rappresenta un fattore evolutivo importante poiché rende possibile il senso di responsabilità e partecipa alla costruzione dell'etica personale. Ma quando è eccessivo diventa un blocco doloroso. Come scacciare questo potente tiranno? Bisogna abbandonare i modelli. Di cosa ci accusa il nostro giudice interiore?  Lo schema è il seguente: c'è stato un periodo buio e sofferto nel quale ci siamo sentiti psichicamente morti (succede ad esempio durante le separazioni) e ora che finalmente la vita si riaffaccia nella nost

GLI ALIMENTI GIUSTI PER I NEURONI

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Ogni giorno, anche se non ce ne accorgiamo, introduciamo nel nostro corpo i cosiddetti metalli pesanti che vanno ad alterare le cellule. Quantità eccessive di alluminio e mercurio sono tossiche per il sistema nervoso e possono causare nervosismo, perdita di memoria e riduzione delle capacità intellettive. Anche rame, ferro e zinco, minerali che nelle quantità giuste sono indispensabili, in dosi eccessive, possono danneggiare il cervello producendo radicali liberi. L'alluminio, per esempio, si trova nei lieviti e nei prodotti a base di lievito, nella carta stagnola e nelle pentole, nelle lattine delle varie bevande. La presenza di mercurio è stata riscontrata in alcuni pesci di grossa taglia, come il tonno o il pesce spada. Ecco alcuni semplici consigli per ridurre il rischio di introdurre nel nostro organismo i metalli pesanti che inquinano il corpo ma anche la mente. . Meglio assumere proteine da alimenti vegetali invece che animali . Preferire il lievito natura