IL LINGUAGGIO ANCESTRALE DEL MOVIMENTO



Non sono impeccabile, perché la mia vita non è mai stata impeccabile.
Non sono perfettamente equilibrato, perché non sempre i sentimenti sono equilibrati.Non sono simmetrico, perché le mie azioni non sono simmetriche.
La mia forza muscolare non è ugualmente proporzionata in tutto il mio corpo, come i miei interessi non sono distribuiti egualmente nella mia vita. In un certo senso, il mio corpo è simile a quello della Terra, ceh, con le montagne, le valli, i letti dei fiumi e la topografia irregolare racconta la sua storia e la sua creazione, come il mio corpo esprime le prove e i cambiamenti creativi di cui ho fatto esperienza nel corso della mia vita. Ogni aspetto del mio corpo riflette un aspetto distinto del mio Io che, estendendosi dalla mia anima e incarnandosi nel corpo, incontra le passioni e le sfide con cui sono continuamente impegnato. 
Nel tentativo di esplorare il terreno della mia vita e del mio essere, ho scoperto cheil mio corpo e la mia mente sono l'uno l'immagine riflessa dell'altra, e che le emozioni e le esperienze formative della mia personalità hanno influito sulla formazione e sulla strutturazione dei miei muscoli e dei miei tessuti. 
Via via che divenivo più consapevole della mia storia e del regno delle possibilità che essa rivela, imparavo a comprendere alcuni dei modi in cui tali relazioni mente-corpo possono venire scoperte, esaminate e migliorate. 

Così scrive Ken Dychtwald, uno tra gli studiosi americani più noti di tecniche corporee. Egli mette in evidenza la necessità, per comprendere il significato delle posture e dei movimenti corporei, di allargare lo sguardo e utilizzare una visione di insieme capace di integrare la gestualità con un utilizzo "soggettivo" del corpo, con la nostra storia, la situazione emotiva che stiamo vivendo in quell'istante.

Lo sguardo d'insieme
I diversi distretti corporei infatti raccontano una parte della nostra storia, ma la trama di questo racconto si può cogliere solo guardando le cose come una totalità. In un modo di camminare, sedersi, gesticolare è riassunta tutta una vita; possiamo rendercene conto solo guardando la "gestalt", ovvero l'immagine globale.
Il carattere dell'individuo, che si manifesta nel comportamento, è ritratto sul piano somatico dalla forma e dal movimento del corpo. La somma totale delle tensioni muscolari viste come un tutto unico costituisce "l'espressione corporea" dell'organismo. Così scrive Alexander Lowen (1910) il fondatore della Bioenergetica, ribadendo come la lettura del corpo sfugga ai processi analitici; non è sezionando con il bisturi dell'Io che si giunge a comprendere i messaggi dell'organismo, è piuttosto l'immagine di insieme, la gestalt appunto, che offre la via verso la sintesi e il senso delle cose. Il corpo parla il linguaggio aurorale della "reverie", della sensazione, del sogno e dell'immaginario; così un corpo seduto o in movimento condensa ed esprime tutto il nostro modo di essere.

Come nascono i condizionamenti
Da piccoli abbiamo infinite possibilità di movimento e un bambino è portato a utilizzarle tutte quante; via via che cresce, comincia a muoversi in un certo modo, simile in tutto e per tutto alla personalità che manifesta. Mano a mano che diventa adolescente e poi adulto, va progressivamente a privilegiare i movimenti e comportamenti che costituiranno un modo di essere e di muoversi nel mondo unico.
Ma se ogni movimento ha un corrispettivo mentale, escluderne uno equivarrebbe all'escludere il risvolto psicologico corrispondente: le abitudini, per esempio, possono far perdere alcune possibilità auricolari tanto quanto, a livello psicologico, atteggiamenti monotoni e ripetitivi limitano le capacità espressive. Anche George Groddek (1866-1934) famoso medico-scrittore tedesco considerato da tutti il Padre della Psicosomatica, conferma a questo proposito il rapporto esistente tra l'individuo e il movimento: la scarsità di movimenti ampi delle articolazioni, soprattutto di movimenti di estensione, comportano l'irrigidimento di certi nervi che rendono dolorosa la libertà di movimento. Qualora siano presenti tali fenomeni il corpo evita istintivamente una serie di movimenti.

I muscoli si trasformano in corazza
Secondo William Reich (psicoanalista, 1897-1957), fondatore della Vegetoterapia e grande studioso delle dinamiche espressive del corpo, i blocchi che condizionano i movimenti corporei sono da imputare a una sorta di repressione imposta dalla mente.
Nel tentativo di evitare l'espressione dei propri impulsi, di trattenere la rabbia, il pianto o la paura, il bambino contrae la muscolatura e inibisce la sua spontanea mobilità.
Si viene così a creare una sorta di armatura, sia caratteriale che muscolare, che limita il movimento. L'armatura nasce a scopo difensivo, per evitare esperienze spiacevoli, ma impedisce anche un reale contatto con le proprie emozioni e con il mondo esterno.
A livello caratteriale, l'armatura si presenta con una serie di atteggiamenti non spontanei, di modi di reagire stereotipati, di chiusure, di mancanza di vitalità; a livello muscolare si manifesta con modi di muoversi altrettanto rigidi e in definitiva si rivela una perdita dell'uso spontaneo del corpo.

Il movimento esprime coraggio e richiede libertà
Reich ritiene che il nostro corpo sia preso tra due fuochi, due tendenze opposte: la sessualità e l'angoscia. La sessualità è una corrente di energia che tende a scaricarsi ed espandersi, ad andare dall'interno verso l'esterno, a raggiungere il soddisfacimento, esprime dinamismo.
L'angoscia è il suo esatto opposto, è la tendenza alla contrazione, alla chiusura, al ritiro, all'irrigidimento, alla stasi. Quando prende il sopravvento il corpo si cala in uno stato cronico di difesa. Groddek nel suo libro Questione di donna parla di due forze che si contrappongono: una viene definita la parte "barbara" ed è propulsiva, vitale, rappresenta il movimento, il coraggio, il sentimento; l'altra frena e allude alla vecchiaia, alla rigidità, alla paura: rappresenta l'impero bizantino "decadente".

Il corpo ha un linguaggio segreto
Nel momento in cui le emozioni affiorano accanto alla comunicazione ordinaria, fatta di gesti e parole noti, se ne affaccia un'altra: quella sotterranea che nasce dall'inconscio. Qui ogni gesto è un'emozione, ogni movimento rimanda a un linguaggio ancestrale nascosto in noi, a volte ambiguo e difficile da decifrare, ma sempre ricco di significati e di valenze simboliche.



FONTE: "Come interpretare il linguaggio del corpo" di Vittorio Caprioglio, Edizione Riza. 

www.annarossetto.it 





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