I RIMPIANTI: TRAPPOLE MENTALI MOLTO FREQUENTI
Molte persone sono convinte di aver sbagliato strada, di fare un lavoro che non corrisponde, di non aver sposato la persona giusta.
In alcuni casi, quando capiscono l'errore cambiano vita, lavoro o partner; altre volte i cambiamenti non avvengono mai e la quotidianità affoga in una palude di rimpianti... "Ah se avessi fatto...se avessi potuto..." è una vita mai accaduta che ci ostiniamo a trattare come reale.
Il rimpianto è un enorme spreco di energie: chi vive nel rimpianto pensa di non aver osato, di essere stato vittima delle circostanze, si tortura in una successione di pianti ripetuti.
Le trappole mentali più frequenti sono:
- ripensare ai sogni non realizzati
- dare la colpa a qualcosa o qualcuno
- credere che le battute di arresto e i fallimenti subiti siano solo negativi
I meccanismi da evitare:
- autoanalisi (perché l'ho fatto?)
- autocritica (non dovevo farlo)
- rimorso (potessi non averlo fatto)
- rimpianto (prima di farlo, sì che...)
- alibi (farlo mi ha cambiato)
Quando ti rendi conto che si affaccia un rimpianto per una cosa che non hai detto o fatto è importante fermarsi e dirsi: "E' successo, non posso cambiarlo, è inutile tornarci su con pensieri per cercare sbagli, giustificazioni, spiegazioni...non mi giudico, lascio che i pensieri di fallimento si traducano in dolore, e ascolto il dolore che mi colpisce e lo accolgo, senza dirmi niente."
In questo modo potrai metabolizzarlo e lasciarlo andare del tutto.
L'errore smetterà di pungere come una lama e si trasformerà in un'esperienza preziosa.
Il rimpianto ti fa voltare la testa verso il passato impedendoti di vivere il presente e ciò che lo alimenta sono le influenze esterne, i modelli sociali, quello che chi è attorno a te si attende da te, le aspettative che ti sei messo in testa.
Il rimpianto ti fa voltare la testa verso il passato impedendoti di vivere il presente e ciò che lo alimenta sono le influenze esterne, i modelli sociali, quello che chi è attorno a te si attende da te, le aspettative che ti sei messo in testa.
Il primo passo è sicuramente un cambio di prospettiva, non importa ciò che potrai realizzare un giorno o ciò che ti ha bloccato nel passato, ma il posto in cui il tuo viaggio ti ha portato: nel tuo presente.
Lascia sullo sfondo i tuoi obiettivi - Quali pensieri, stati d'animo ed emozioni ti attraversano adesso? Non conta se sono positivi o negativi, l'importante è che siano tuoi. Qualsiasi cosa si affacci non cercarne la causa, percepiscila e lascia che si espanda dentro di te. Sedendoti su questa percezione, stai già dando spazio alla tua essenza.
Non intestardirti nel guidare gli eventi della vita - Se non ti affanni a far andare le cose come pensi che dovrebbero andare, al momento opportuno nascerà qualcosa di nuovo: intuizioni, desideri, interessi, incontri inaspettati.
"Spesso l'uomo crede di guidarsi e invece è guidato, e mentre la mente tende a una meta, il cuore lo trascina verso l'altra" (François de La Rochefoucauld)
Stai vicino a chi ti fa star bene - Le persone che ti rendono felici e appassionato sono i migliori alleati, le migliori levatrici per aiutarti a partorire te stesso.
Evita i falsi scopi - imporsi troppi doveri allontana dal solo vero compito: realizzare se stessi. I propositi che possono far deviare sono:
- darsi scopi molto rigidi e stringenti "Entro un anno devo sposarmi"
- crearsi aspettative sulla base di modelli esterni "Se non mi chiede di convivere, lo lascio"
- schiacciarsi su un ruolo fisso "Tutto dipende da me"
- mettere sempre al primo posto quello che gli altri pensano di te "Non gli sono piaciuto, sono un fallimento!"
La fortuna di essere fragili - Essere fragili fa bene all'anima; in chi si ammala c'è troppo orgoglio che è come il fuoco devi spegnerlo con le lacrime. Il saggio sa piangere e liberare la sua natura più profonda. Le lacrime purificano il cervello, lo liberano dall'inutile, dalle scorie che tutti i giorni vi si accumulano. Commuoversi è determinante per il benessere e la stima di noi stessi.
FONTE: "Via rancore e sensi di colpa", Edizione Riza.
Lascia sullo sfondo i tuoi obiettivi - Quali pensieri, stati d'animo ed emozioni ti attraversano adesso? Non conta se sono positivi o negativi, l'importante è che siano tuoi. Qualsiasi cosa si affacci non cercarne la causa, percepiscila e lascia che si espanda dentro di te. Sedendoti su questa percezione, stai già dando spazio alla tua essenza.
Non intestardirti nel guidare gli eventi della vita - Se non ti affanni a far andare le cose come pensi che dovrebbero andare, al momento opportuno nascerà qualcosa di nuovo: intuizioni, desideri, interessi, incontri inaspettati.
"Spesso l'uomo crede di guidarsi e invece è guidato, e mentre la mente tende a una meta, il cuore lo trascina verso l'altra" (François de La Rochefoucauld)
Stai vicino a chi ti fa star bene - Le persone che ti rendono felici e appassionato sono i migliori alleati, le migliori levatrici per aiutarti a partorire te stesso.
Evita i falsi scopi - imporsi troppi doveri allontana dal solo vero compito: realizzare se stessi. I propositi che possono far deviare sono:
- darsi scopi molto rigidi e stringenti "Entro un anno devo sposarmi"
- crearsi aspettative sulla base di modelli esterni "Se non mi chiede di convivere, lo lascio"
- schiacciarsi su un ruolo fisso "Tutto dipende da me"
- mettere sempre al primo posto quello che gli altri pensano di te "Non gli sono piaciuto, sono un fallimento!"
La fortuna di essere fragili - Essere fragili fa bene all'anima; in chi si ammala c'è troppo orgoglio che è come il fuoco devi spegnerlo con le lacrime. Il saggio sa piangere e liberare la sua natura più profonda. Le lacrime purificano il cervello, lo liberano dall'inutile, dalle scorie che tutti i giorni vi si accumulano. Commuoversi è determinante per il benessere e la stima di noi stessi.
FONTE: "Via rancore e sensi di colpa", Edizione Riza.
www.annarossetto.it