RICORDATI CHE IL MIGLIOR MEDICO E' LA NATURA

Ricordati che il miglior medico è la Natura, guarisce i due terzi delle malattie e non parla male dei suoi colleghi. Galeno




Il principio dell’analogia
Storicamente il principio dell’analogia stava a fondamento della cosiddetta “Teoria della signatura”, che riconosceva nel mondo vegetale dei fiori e delle piante i “segni” utili per identificare i rimedi naturali e il loro impiego specifico. Nel Cinquecento, epoca di maghi e alchimisti, Paracelso (1493-1541) considera la realtà animata da “arcani” disseminati in tutto il mondo naturale che stabiliscono una perfetta corrispondenza fra ‘universo e l’organismo umano per cui le forze che si trovano nel primo sono in grado di agire direttamente sul secondo. Anche se questa teoria ebbe il suo apice nel Cinquecento, il metodo dell’analogia veniva già utilizzato nella medicina greca, cinese e indiana; infatti appartiene all’antica tradizione medica la capacità di mettere in relazione elementi diversi riferibili al corpo, alla malattia e alla cura collegandoli in base alle loro similitudini. Attraverso l’analogia, la Teoria della signatura è diventata uno strumento di decodificazione e di interpretazione dei segni che caratterizzano i rimedi fitoterapici.
Il fatto sorprendente è  che la Teoria della signatura ha trovato un riscontro scientifico nel XXI secolo; infatti moltissime delle piante selezionate seguendo questo criterio sono stati isolati alcuni principi attivi che dimostrano, anche dal punto di vista biochimico, la loro efficacia terapeutica.

Polmoni
Astragalo (Astragalus membranaceus)
E’ una pianta erbacea, proveniente dall’Asia; in erboristeria viene usata la radice che deve avere almeno quattro anni. Il periodo balsamico ideale per la sua raccolta è l’autunno. La dose giornaliera indicata è di 9-15 grammi di radice essiccata, lasciati decuocere per 15 minuti in mezzo litro d’acqua bollente. Il trattamento deve essere protratto per 2-3 mesi, fino a quando i sogni scompaiono. Gli studi farmacologici hanno evidenziato un’azione immuno-stimolante, dovuta alla presenza di polisaccaridi che rende l’Astragalo un ottimo rimedio contro le infezioni batteriche e virali, che affliggono l’apparato respiratorio e che causano malattie da raffreddamento. La pianta ha un’azione riequilibrante sull’energia del Polmone ed è indicata come tonico. E’ considerata una pianta innocua, tuttavia non vi sono dimostrazioni di un uso sicuro in gravidanza. Poiché stimola il sistema immunitario occorre evitane l’uso quando si assumono farmaci immunosoppressori.
L’Astragalo, tipico della medicina cinese, fa parte delle “droghe superiori” e viene paragonato al Ginseng perché è tonico sull’intero organismo e può favorire la longevità.

Schizandra (Schisandra chinensis)
E’ una pianta a fusto legnoso originaria dell’Asia e dell’Europa dell’Est. In fitoterapia si usa il frutto con i semi essiccati, il cui tempo balsamico è l’estate, se ne lasciano decuocere per pochi minuti 3-5 grammi per ogni 150 millilitri di acqua. Bisogna assumere questa quantità tre volte al giorno, per un mese circa.
E’ una pianta tonica per l’energia del Polmone e migliora anche la sua funzionalità, inoltre combatte la tristezza che, simbolicamente, viene concepita come la causa delle malattie polmonari. La Shizandra fa bene per la tosse e per l’asma; poiché stimola anche le secrezioni gastriche va usata con cautela nelle persone affette da ulcera. E’ controindicata in gravidanza, può interferire con alcuni coagulanti e quindi deve essere evitata nelle persone sottoposte a questo tipo di terapia.
In Cina viene chiamata la pianta dei Cinque sapori perché il frutto ha un sapore dolce e acido, i semi sono amari e piccanti, mangiati insieme producono un sapore salato.

Cuore
Biancospino (Crataegus oxyacantha)
E’ un arbusto spinoso diffuso in Europa, Asia e Africa. In fitoterapia si usano i fiori e le foglie, che hanno il loro tempo balsamico all’inizio della primavera; i frutti sono scarsamenti usati e maturano in autunno. Si lasciano in infusione i fiori e le foglie per 30 minuti, nelle dosi di un cucchiaio da minestra per ogni tazza d’acqua bollente. La cura va protratta per un mese. Già la medicina popolare aveva attribuito proprietà cardiotoniche al Biancospino e gli studi farmacologici hanno individuato la presenza di proantocianidine, che effettivamente possono migliorare la circolazione del sangue e ridurre la pressione arteriosa. Non sono note controindicazioni e interferenze con altri farmaci, tuttavia l’uso in gravidanza deve avvenire sotto controllo medico; inoltre il Biancospino è sconsigliato per persone sottoposte a terapie ipertensive perché può avere un’azione sinergica con questi farmaci.
Simbolicamente questa pianta è legata al Cuore, che rappresenta la sede dell’Amore, nell’antica Grecia il Biancospino era di buon augurio nelle feste nuziali. Secondo la signatura il suo frutto rosso rimanda al cuore e al sangue; le spine si riferiscono simbolicamente al cuore trafitto dalle pene d’amore.

Passiflora (Passiflora incarnata)
E’ una pianta rampicante che cresce spontaneamente in America Centrale, Sudamerica e India; in Europa invece viene coltivata. Possiede un fiore molto bello con colori intensi, dal bianco al viola, il suo frutto è una bacca di colore rosso-arancione. In fitoterapia si usa la parte aerea della pianta essiccata (foglie, fiori e frutti); il suo periodo balsamico è la primavera. Le dosi consigliate sono: 2-3 grammi per ciascuna tazza di acqua molto calda, da consumare in infuso e da assumere circa 3-4 volte al dì, per un mese circa.
Nella tradizione popolare la Passiflora trova impiego come sedativo dei disturbi del sonno; infatti gli studi farmacologici hanno evidenziato che alcuni suoi costituenti attivi agiscono in modo molto simile alle benzodiazepine, quindi hanno un’azione calmante e ansiolitica. Non esistono prove di tossicità in gravidanza, tuttavia se ne sconsiglia l’uso senza la supervisione di un medico. La pianta racchiude molti simboli che rimandano alla passione di Cristo: la corolla evoca la corona di spine, l’ovario la croce, gli stami il martello con cui vennero impianti i chiodi, e gli stimmi i chiodi della croce. Lo stilo ricorda la colonna della flagellazione e le cinque antere le piaghe del costato di Cristo. Questi elementi costituiscono la signatura sulla base della quale si riconosce alla Passiflora la capacità di calmare e di far superare il dolore.

Fegato
Cardo mariano (Silybum marianum)
E’ una pianta erbacea presente nel Mediterraneo, di cui si utilizzano i frutti che maturano in luglio e le foglie che devono essere raccolte in giugno prima della fioritura.
Il Cardo si può assumere lasciando decuocere per 10 minuti 12-15 grammi di frutti in mezzo litro di acqua. Il decotto deve essere consumato nell’arco della giornata suddividendolo in 2-3 tazze. Con il Cardo si può anche preparare un infuso, bisogna mettere un cucchiaio di foglie essiccate per ogni tazza di acqua bollente e lasciarle in infusione per 20 minuti. Anche in questo caso l’infuso va consumato in 2-3 volte durante la giornata. Entrambe le cure devono essere protratte per un paio di mesi circa.
Il Cardo è un utile coadiuvante nella terapia di molte patologie del Fegato, la pianta ha un’azione antiossidante che aiuta la rigenerazione delle cellule epatiche. Può essere impiegata per far fronte a quelle leggere intossicazioni, causate dallo stile di vita sedentario e da una cattiva alimentazione, che creano affaticamento del fegato.
Il Cardo non ha mostrato particolari controindicazioni, tuttavia il suo uso durante la gravidanza o l’allattamento necessita di una supervisione medica.
Il nome della pianta deriva dalla tradizione cristiana secondo la quale le macchie bianche sulle foglie sarebbero testimonianza delle gocce del latte di Maria, che durante la fuga in Egitto con Gesù, aveva trovato rifugio sotto questa pianta.

Curcuma (Curcuma longa)
Questa pianta viene chiamata Zafferano d’India e appartiene alla famiglia dello Zenzero. E’ un’erbacea perenne e in fitoterapia si utilizza il fusto sotterraneo, detto rizoma. Il suo tempo balsamico è l’autunno. Si usa fare un decotto della radice essiccata: 3-7 grammi lasciati bollire per 10 minuti in mezzo litro di acqua, che va consumato 2-3 volte durante il giorno. La cura deve essere protratta per un mese circa.
Gli studi farmacologici hanno dimostrato che le sue proprietà antinfiammatorie sono paragonabili a quelle del cortisone. Inoltre, la Curcuma aiuta la digestione, è un potente antiossidante e ha un’azione disinfettante. La pianta può favorire la diminuzione di grassi nel sangue perché favorisce l’eliminazione dei costituenti di base dei grassi.
La Curcuma aiuta a disinfiammare il fegato e a migliorare la secrezione della bile, proprio per questo è controindicata nel caso vi siano occlusioni delle vie biliari.
L’uso della pianta va evitato in gravidanza. Il colore giallo intenso della sua radice, come il giallo della bile, “segna” la pianta per la cura del fegato.

Vescicola Biliare
Tarassaco (Taraxacum officinale)
E’ un’erba perenne comune in tutto il mondo. E’ la pianta della Vescicola Biliare perché è in grado di migliorare il suo funzionamento, favorisce l’attività del fegato e quindi in generale, il tono dell’organismo, che è strettamente collegato al laboratorio chimico epatico. Il Tarassaco esplica la sua funzione depurativa causando la contrazione della Vescicola Biliare, facilitando così l’eliminazione della bile. Poiché i principi attivi della pianta intervengono attivamente nella digestione, essa si rivela utile anche per risolvere molti casi di stitichezza. Del Tarassaco si utilizza il rizoma, raccolto in inverno prima che il fiore sbocci. Il rizoma essiccato si consuma in decotto: 3 grammi in 100 millilitri di acqua lasciati bollire per 10 minuti, se ne devono bere 3-4 tazze al giorno, per un paio di mesi. Secondo la Teoria della signatura, il Tarassaco è segnato per “colore” e per “forma”; infatti produce un fiore giallo come al bile; inoltre l’irradiazione dei petali del fiore è simile alla struttura dei lobi epatici. Ma l’analogia fra la pianta e l’organo la si può ricavare anche dal fatto che, spesso, le persone malate di fegato presentano un colorito giallognolo.

Carciofo (Cynara scolimus)
Pianta erbacea perenne, la parte usata in fitoterapia è costituita dalle foglie il cui uso è indicato nelle insufficienze biliari. Studi farmacologici hanno evidenziato che il loro contenuto di flavonoidi e di acidi caffeilchinici svolge un’azione coleretica e diuretica, queste sostanze, in grado di ridurre il colesterolo nel sangue, sono anche in grado di stimolare la crescita degli epatociti e la loro replicazione; infatti occorre ricordare che il fegato è un organo in grado di rigenerarsi parzialmente e il carciofo, con i suoi preziosi costituenti è in grado di favorire questa rigenerazione.
Il tempo balsamico della pianta è la primavera, le foglie essiccate si possono assumere come infuso, 6 grammi di foglie in mezzo litro di acqua bollente, lasciate in infusione per 20 minuti. E’ da evitare in allattamento per la presenza di sostanze amaricanti, deve essere anche evitato nel caso di calcolosi delle vie biliari poiché potrebbe causare dolorose coliche.

Milza-Pancreas
Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)
In fitoterapia si usano i frutti e le foglie del Mirtillo, che hanno il loro tempo balsamico in estate. Gli estratti dei frutti hanno particolare efficacia sul microcircolo, per questo vengono indicati per ristabilire l’equilibrio della Milza vista energeticamente come l’organo di drenaggio degli interstizi. Oltre a ciò le foglie funzionano anche contro l’iperglicemia dovuta alle disfunzioni del Pancreas. Le sostanze presenti nei Mirtilli che hanno un’azione benefica sulla circolazione sono gli antocianosidi, i polifenoli, i tannini e i flavonoidi: favoriscono la circolazione migliorando l’elasticità delle pareti venose e la fluidità del sangue. Hanno una funzione disintossicante, che esplicano favorendo la diuresi. Il Mirtillo ha un’azione tonificante sull’energia della coppia di organi Milza-Pancreas. L’uso del frutto è sicuro, mentre le foglie se assunte per lunghi periodi possono dare problemi digestivi e agitazione per cui se ne sconsiglia l’impiego senza la supervisione del medico. L’uso di estratti concentrati richiede accortezza e attenta valutazione da parte di un medico se si è sottoposti a terapia anticoagulante o antiaggregante perché possono amplificare gli effetti dei farmaci.
Si consiglia di consumare i frutti in decotto: 5 grammi per ogni tazza di acqua, lasciati in ebollizione per 10 minuti. Si possono assumere 2-3 tazze di decotto al giorno per un mese.

Zenzero (Zingiberis rhizoma)
E’ una pianta originaria delle regioni tropicali dell’Asia. In fitoterapia viene usato il rizoma, che viene raccolto quando gli steli e i fiori appassiscono.
Si consiglia di consumarlo fresco: un centimetro e mezzo di rizoma messo a decuocere per 10 minuti in 200 millilitri di acqua bollente. Altrimenti si possono lasciare decuocere per 20-30 minuti 30 grammi di rizoma essiccato in 600 millilitri di acqua fredda, da suddividere in tre tazze durante la giornata. Grazie alla sua attività riscaldante e favorente dei processi di trasporto e trasformazione, a livello dell’apparato digerente, lo zenzero è indicato per tonificare Milza-Pancreas. Gli studi farmacologici hanno evidenziato che i fenoli e i terpeni presenti nei rizomi hanno proprietà antisettiche, antiossidanti oltre a effetti analgesici e antinfiammatori. Lo zenzero può anche eliminare le stasi circolatorie facilitando l’eliminazione delle scorie.
Teoricamente lo zenzero potrebbe interferire con gli anticoagulanti per cui se ne sconsiglia l’uso nei soggetti sottoposti a questa terapia e può essere impiegato contro le nausee in gravidanza. La signatura di questa pianta riguarda l’aroma caldo e speziato che corrisponde alla sua funzione e che viene emanato sia dal rizoma sia dalla parte aerea.

Stomaco
Angelica (Angelica archangelica)
E’ una pianta che cresce nell’Europa settentrionale, in fitoterapia si usa il decotto dei frutti, per i quali il tempo balsamico è la fine estate; si usano anche le radici che, invece, hanno il loro tempo balsamico in autunno. Le dosi consigliate sono: un cucchiaino per tazza di acqua bollente lasciato a decuocere per 10 minuti, occorre assumerne una tazza al giorno per un mese. Non si registrano effetti collaterali, ma valgono le solite precauzioni nell’uso in gravidanza e durante l’allattamento; inoltre l’Angelica dovrebbe essere evitata in caso di iperacidità gastrica perché potrebbe peggiorare il problema, infine può interferire con i farmaci antiacidi.
La funzione della pianta sullo Stomaco è tonificante: aumenta la secrezione gastrica, favorisce la contrazione e poi il rilassamento della muscolatura liscia, quindi si rivela un valido aiuto per facilitare la digestione e favorire la progressione del cibo verso l’intestino. Alcuni studi hanno dimostrato che agisce contro il reflusso e che può attenuare la nausea. Secondo la leggenda la pianta fu donata agli uomini dall’Arcangelo Michele, per questo è detta pianta degli angeli o erba dello spirito. Siccome l’Angelica fiorisce nei giorni dell’Arcangelo Michele si crede che protegga dal maligno. La forma dei fiori disposti a raggiera la collegano al sole, la sua natura quindi è riscaldante e tonificante.

Fico (Ficus carica)
E’ una pianta diffusa in tutto il mondo, in fitoterapia si usano le gemme che hanno il loro tempo balsamico in primavera. Le sostanze presenti nelle gemme si chiamano furanocumarine e sono utili contro gli spasmi del tratto gastro-enterico; inoltre hanno un’efficace azione sedativa. Gli estratti di gemme di Fico fanno diminuire i bruciori di stomaco e migliorano la dispepsia nelle gastriti e nelle ulcere gastro-duodenali. Sono anche utili per regolarizzare una insufficiente secrezione di acido cloridrico. Hanno dimostrato di essere un rimedio polivalente; infatti sembra anche che regolarizzi le funzioni del sistema neurovegetativo, il cui ruolo nell’origine di numerosi disturbi gastrici è ampiamente riconosciuto. Si utilizzano le gemme in macerato glicerico: 100 gocce al dì suddivise in due somministrazioni, mezz’ora prima dei pasti. La cura va protratta per almeno un mese.

Intestino Tenue e Intestino Crasso
Camomilla (Matricaria recutita)
Pianta diffusa in tutto il mondo, la parte usata in fitoterapia è il capolino del fiore che ha il suo tempo balsamico da maggio ad agosto. Si possono preparare infusi con 5-10 grammi di fiori essiccati lasciati in infusione per 20 minuti in 400 millilitri di acqua bollente, da bere in 2-3 volte al dì. La camomilla calma le infiammazioni e attenua gli spasmi muscolari; per questi motivi è indicata nei problemi intestinali. La sua azione sulle mucose è normalizzante, rilassante e antinfiammatoria; inoltre mette in moto l’energia dell’intestino eliminandone la stasi. E’ utile anche in caso di gonfiore addominale e flatulenza.

Aloe (Aloe vera)
E’ una pianta diffusa in Africa, Asia e in Sudamerica, in fitoterapia si utilizza il succo delle sue foglie carnose trattate in modo da eliminarne lo strato superficiale che ha proprietà lassative. La pianta ha una potente azione antinfiammatoria, ha la capacità di rigenerare i tessuti danneggiati. Studi clinici hanno dimostrato che il suo succo, privato di aloina, componente ad azione lassativa, è attivo nei casi di rettocolite ulcerosa. L’Aloe è utile anche per la stipsi, la colite e le disbiosi intestinali, si consiglia di assumere per uno-due mesi 2-3 cucchiai da minestra di succo al giorno. In gravidanza e  allattamento è meglio evitarne l’assunzione, si può invece utilizzare per uso esterno, per esempio per medicare le ferite o per cicatrizzare le lesioni della pelle. La signatura è riferita al sapore amaro che rimanda all’azione digestiva.

Reni
Iperico (Hypericum perforatum)
L’Iperico è una pianta erbacea chiamata anche Erba di San Giovanni, in fitoterapia si usano i fiori che hanno il loro tempo balsamico fra giugno e agosto.
L’infuso dei fiori essiccati si prepara mettendo 2-4 grammi per tazza di acqua bollente, lasciare in infusione coperta per 20 minuti, se ne consuma 1 tazza, 2-3 volte al giorno. La cura va protratta per un mese circa. Già la medicina popolare impiegava l’Iperico come sedativo e come analgesico e anche come cicatrizzante e antisettico nelle ustioni. Gli studi farmacologici, che ancora continuano, si concentrano sulla sua azione antidepressiva e ansiolitica. La pianta ha potere cicatrizzante e antisettico dovuto all’azione antiossidante dei flavonoidi e a quella riparatrice tissutale e astringente dei tannini. L’Iperico stabilisce la circolazione di energia ed è utile per tonificare i Reni e stimolare la diuresi. E’ controindicato in gravidanza e nell’allattamento, può interferire con numerosi farmaci per cui se ne raccomanda l’uso dietro prescrizione medica.

Noce (Junglas regia)
Del noce si utilizzano le foglie e i gherigli in fitoterapia e i malli in cosmesi. Si lasciano in infusione 20 grammi di gherigli per 15 minuti in acqua bollente e si devono bere 2-3 tazze di infuso al giorno per un mese. Questa pianta è particolarmente efficace per riequilibrare l’energia del Rene, viene impiegata come tonico nelle astenie e per contrastare l’invecchiamento; è usata anche nei dolori dei lombi e delle ginocchia.
Poiché al Rene è associata simbolicamente la capacità riproduttiva, il mallo della noce viene usato anche per risvegliare l’appetito sessuale.

Vescica
Equiseto (Equisetum arvensis)
E’ detto anche coda cavallina per la sua somiglianza con la coda di cavallo. Il suo tempo balsamico è da giugno a settembre e si utilizza la pianta intera. La caratteristica principale dell’Equiseto è di essere rimineralizzante, ha un’azione diuretica e può svolgere una protezione nella prevenzione dei calcoli renali. Va però evitato in caso di insufficienza renale. Si consuma il decotto della pianta essiccata: 4 grammi per ogni tazza, lasciare bollire per 5 minuti, ne vanno bevute tre tazze al giorno per un mese circa. La signatura di questa pianta rimanda al cavallo, simbolicamente l’animale ha una doppia natura: aria e acqua. Allo stesso modo la pianta grazie ai canalicoli del suo fusto può riempirsi d’aria ma anche succhiare l’acqua dal terreno.

Solidago (Solidago virgaurea)
E’ chiamata anche verga d’oro, la parte usata è quella fiorita che ha il suo tempo balsamico in tarda estate. La pianta, che possiede elevate proprietà diuretiche, è utile nelle infezioni ricorrenti delle vie urinarie, ma anche in caso di vescica irritabile.
L’infuso si prepara con la pianta essiccata: 5-7 grammi per ogni tazza di acqua bollente e se ne assumono tre tazze al giorno per un mese. Poiché non vi sono studi che mostrano una sicurezza d’uso del Solidago durante la gravidanza e l’allattamento è meglio evitarlo. La pianta è controindicata in caso di edema cardiaco e se ne sconsiglia l’uso se sono già in atto terapie diuretiche.




FONTE: "Sogni e salute", Red Edizioni, Milano
            "Le cinque vie dell'agopuntura", Editco, Milano 

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