IL RENE: IL SIGNORE DELLE ACQUE


Nella visione psicosomatica, ogni organo non è solo il pezzo funzionale di un "corpo macchina", ma un luogo che racchiude un mondo di significati universali.

I disturbi urinari hanno radici profonde che li rendono imprevedibili e spesso difficili da curare definitivamente. Quali sono le loro origini?

Possiamo considerare l'apparato urinario come una vera e propria strada dove sentimenti, istinti, desideri vengono "trasportati" per poi essere espulsi o trattenuti. Così gli elementi liquidi diventano simboli di questo viaggio: acqua, sangue e urina si fanno carico di modi di essere che, se sbagliati, producono calcoli e infiammazioni. 

Il rene è un vero e proprio "filtro dell'anima", rappresenta l'archetipo dell'acquaticità, di quella dimensione che abbiamo abbandonato venendo alla luce.   E' definito anche il "signore delle acque", il suo compito principale è quello di filtrare il sangue e di purificarlo dalle scorie per cui ha una funzione di filtro e di rinnovamento del flusso energetico di vitale importanza; discerne il buono dal cattivo, ciò che serve a vivere da ciò che invece ci farebbe morire.

A differenza degli altri organi, i reni sono posti nella parte posteriore del corpo, nascosti e dotati di uno speciale isolamento. Infatti sono incapsulati in una grossa e morbida corazza che li protegge da urti che potrebbero creare danni irreversibili. La capsula protettiva li mantiene inoltre nell'oscurità. Per questo il rene è l'organo simbolico del buio, dell'inconscio, delle tenebre e della paura di morte.

Nel rene convivono perciò due aspetti opposti: quello vitale ed energetico, proiettato verso il futuro, verso l'affermazione della vita e quello regressivo e paralizzante che porta verso il passato remoto a una dimensione misteriosa. 

La medicina antica considera questo organo uno dei tre organi nobili dell'organismo in quanto, assieme al cuore e al cervello, non può permettersi di fermarsi nemmeno un istante. 
La zona renale è sempre stata ritenuta sacra, i "sacri lombi" rappresentano fin dall'antichità, la capacità di continuità della specie, di affermare la vita sulla morte. Il rene è anche custode di sostanze torbide: in un certo senso è lo scrigno di quelle tossine che depura, di quei lati-Ombra con cui è a contatto.

Uno stress cronico, protratto nel tempo, è spesso alla base di molte patologie renali. I reni non agiscono attivamente ma passivamente, sottraendo all'energia rappresentata dal sangue, ciò che non gli serve più. I reni sono dotati di grande vitalità e rispetto ad altri organi sono più resistenti allo stress quotidiano. Tuttavia, anch'essi devono essere protetti poiché un loro affaticamento può creare alla lunga dei problemi come ad esempio un semplice gonfiore alle gambe può essere un segno di una loro difficoltà.
Anche la classica stanchezza primaverile è legata all'adattamento dei reni al brusco cambiamento dei ritmi e abitudini della nuova stagione. 
Questa stanchezza deve essere rispettata.

I calcoli renali
Osservando le persone che soffrono di calcoli si direbbe che siano persone pazienti, adattabili, in perfetta pace con se stessi e apparentemente "morbide", ma determinate a perseguire i propri obiettivi e a ottenere ciò che vogliono.
Per chi soffre di calcoli, stare con le mani in mano o aspettare gli eventi è impossibile. L'attesa e la passività lo fanno sentire in balia dell'ignoto trasmettendogli ansia se non angoscia. Sotto sotto però si agita un mare di debolizze; i calcoli che si formano suggeriscono che una parte della personalità ha difficoltà a lasciar andare il passato e tende a sedimentare paure ed emozioni. Sentimenti di tristezza profonda e abbattimento sono spesso rimosse dal soggetto per paura di farsi travolgere, ma è proprio quando non si può più fingere con se stessi che il dolore esplode.  
 

FONTE: Collana dei libri del benessere "Curare i reni", Edizione Riza 

 

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