LE EMOZIONI NON VANNO GIUDICATE MA ACCETTATE
Le emozioni sono messaggeri dell'anima: ci informano su ciò che sta succedendo dentro di noi.
Se le ascoltiamo ci guidano verso il benessere.
Siamo abituati a dividere le emozioni tra quelle "positive" come la gioia e quelle "negative" come la rabbia o la tristezza. Anche se potrà sembrare strano, gli stati emotivi più salutari sono invece proprio quelli che arrivano all'improvviso e scardinano le certezze dentro cui ci siamo rinchiusi. Come una folata di vento, spazzano via i dogmi, i luoghi comuni e gli schemi ripetitivi, riportandoci su una strada più autentica e più vicina alle nostre energie profonde. Ecco perché le emozioni, anche quelle più forti, spiacevoli e aspre, non vanno mai giudicate o negate, ma accolte di volta in volta per quello che sono, senza commenti né giudizi.
Le emozioni sono nate con l'uomo; quelle di base ossia quelle innate, che si riconoscono in qualsiasi essere umano sono otto: fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia, anticipazione.
Non hanno bisogno di essere apprese, siamo già predisposti geneticamente a manifestarle in determinate occasioni o di fronte a certi stimoli.
Le emozioni hanno una precisa funzione evolutiva: nascono come dispositivo di adattamento alla realtà e potente spinta istintiva che ci induce a mettere in atto i comportamenti che ci consentono di sopravvivere e di perpetuare la specie.
Senza queste reazioni immediate e innate (paura, disgusto) non potremmo scappare di fronte a un pericolo, ricercare e coltivare una passione, un interesse ma neanche mangiare.
Non potremmo esplorare e conoscere qualcosa di nuovo (sorpresa), non potremmo superare il lutto o le esperienze di dolore (tristezza), né difenderci dagli attacchi (rabbia).
Le emozioni però servono anche a comunicare agli altri quel che ci accade dentro e a capire quello che provano per poter interagire con loro.
Le emozioni, anche quelle opposte tra loro, come gioia e tristezza, sono destinate a intrecciarsi e rincorrersi, come vuole l'antica legge degli opposti; sono complementari e non nemiche.
L'arcobaleno delle emozioni è vario e ricco, ma tutte sono "giuste" e utili così come sono, perché portano un messaggio unico che ci è di aiuto in quel momento della nostra esistenza, per quanto spiacevole esso sia.
Aboliamo subito la distinzione tra emozioni positive e negative: ci sono emozioni che ci fanno stare bene subito e altre che sul momento ci fanno star male, ma poi si riveleranno utili; nessuna è finalizzata a recarci danno: il loro scopo è sempre il nostro bene. Accettare i propri sentimenti mentre li stiamo vivendo, senza respingerli, può riservarci straordinarie sorprese.
La rabbia ad esempio per quanto invadente e fastidiosa, arriva a ricordarci che siamo vivi, ci dimostra che abbiamo rispetto a noi stessi e alle nostre esigenze; serve a darci la spinta a reagire di fronte a ciò che ostacola la nostra autorealizzazione. Ma quando la rabbia viene razionalizzata e trattenuta senza avere il modo di esprimerla allora l'energia tenuta sopita dentro di noi provoca malesseri, non solo psicologici ma anche fisici.
Secondo la psicosomatica, infatti la rabbia a lungo inespressa si sfoga con sul fegato. Avviene con tutte le emozioni: la mente razionale viviseziona i sentimenti e spegne così la loro funzione vitale, legata a forze istintive che agiscono sul corpo senza passare per il filtro del cervello.
FONTE: "Le emozioni il punto di forza delle donne", Edizione Riza