I FALSI RIMEDI DELL'ANSIA
Molte delle misure antipanico che adottiamo in realtà ci si ritorcono contro e rinforzano l'ansia piuttosto che sedarla. E' importante perciò imparare a riconoscere le reazioni che peggiorano la situazione e i falsi rimedi che ci ingannano.
Cominciamo da queste piccole operazioni...
Farsi condizionare da lui
Quando il panico fa irruzione nella nostra vita, tutto finisce col ruotare attorno all'evitamento di un possibile contatto. Scappare o rimanere paralizzati è un errore che rinforza il panico.
Il panico non viene per contrarre la nostra vita ulteriormente ma per espanderla, ecco perché dobbiamo continuare a uscire, vedere gente, a lavorare, procedendo gradualmente senza sforzare ma senza neppure fermarci. Possiamo avere un nuovo attacco ma piano piano saremo in grado di gestirlo senza farci spaventare. L'importante è non farsi paralizzare.
Chiudersi in casa
Molte persone si vergognano, inventano scuse, si chiudono in casa, perdono piano piano interessi, contatti sociali. Quando accade il panico si rafforza, per questo è importante informare gli altri della nostra condizione e continuare a mantenere vivi interessi e relazioni, reinventandosi condizioni più facili. Se quel che ci propongono gli altri è troppo, lanciamo noi delle iniziative alla nostra portata, ad esempio se facciamo fatica ad andare al cinema, possiamo invitare gli amici a casa nostra e vedere un film interessante.
L'importante è aprirsi, confrontarsi, continuare ad espandersi, prima di rinunciare chiediti sempre: c'è un altro modo per fare quel che mi piace?
Fissarsi con visite mediche ed esami
La prima volta che il panico ci sorprende lascia il dubbio che si tratti di una patologia, ma una volta esclusa una patologica organica le visite devono terminare. Non si ricomincia dall'inizio a ogni attacco, cambiando organo da esplorare o medico. Altrimenti si entra in un tunnel difficile da uscire.
Un attacco di panico può e deve essere gestito da soli e senza farmaci: devi darti solo il modo di sperimentarlo.
Restare ancorati a certezze e punti fissi
Il panico viene a scardinare tutto ciò che nella nostra vita si è sclerotizzato, ecco perché attaccarsi al gioco alle certezze fa il gioco dell'ansia. Il miglior antidoto è il cambiamento in ogni senso; relazioni, abitudini, lavoro..tutto va ristrutturato. E quel che non si può cambiare? Possiamo sempre modificare il nostro modo di vedere le cose e di comportarci.
Voler affrontare l'irrisolto
Un dubbio che non abbiamo avuto il coraggio di chiarire, una separazione che è avvenuta solo dentro di noi, aspettative e rancori che ci fanno sentire in diritto di un risarcimento. Sono situazioni che sospendono la nostra vita, creando terreno fertile al panico. Bisogna porsi una regola: chiarire o archiviare. Tutto ciò che resta sospeso è come un masso che sbarra la strada a quel fiume che è la nostra energia vitale.
Dipendere dalle relazioni simbiotiche
L'attaccamento simbiotico è una delle cause degli attacchi di panico. Si tratta di una modalità di dipendenza reciproca che lega due persone, madre o figlio, due partner in un patto di mutua fedeltò e bisogno: "non posso fare a meno di te, dobbiamo fare tutto insieme, senza di te mi sento perso".
Il desiderio di svincolarsi diventa in questo rapporto un tradimento impossibile, il panico rappresenta un modo per manifestare il disagio e contemporaneamente di mantenere la simbiosi. Il rimedio?
Ritagliarsi in ogni relazione uno spazio sacro e inviolabile dove l'altro non deve entrare.
Cercare sempre la perfezione
Ogni volta che tentiamo di chiedere di più a noi stessi fissiamo un obiettivo apparentemente troppo alto che crea uno stato di ansia permanente.
E' necessario cambiare modalità: osare quando si deve, mollare la presa quando i nostri scopi sono gratuiti e forzati. E impariamo a festeggiare qualsiasi buon risultato con un piccolo regalo.
Abbandonarsi al terrore dell'irrazionale
Ciò che terrorizza nel panico è la sua imprevedibilità, ciò che ci accade è del tutto estraneo al nostro modo di essere equilibrato, sano, razionale.
Se rimuoviamo tutto ciò che ci turba, che non è limpido, logico, la nostra vita non sarà più semplice, ma solo più povera.
Irrazionali sono le emozioni, i sentimenti, le attrazioni, le repulsioni immotivate, le paure, i desideri, ma anche le fantasie e i sogni...
Il panico altro non è che un'ondata di irrazionale che ci travolge.
Non ragionare su tutto, scegli d'impulso tutte le volte che puoi, e prova ad ascoltare la pancia più che la testa quando devi prendere una decisione o sei confuso.
Volere l'accompagnatore fisso
Un sostegno di questo tipo rinforza il panico, proviamo a chiedere un aiuto diverso. Anziché pretendere che l'altro si sostituisca a noi e stia sempre al nostro fianco chiediamogli: ti posso chiamare se sono in difficoltà? Mi aiuti in questo passaggio? Cerchiamo da soli la nostra direzione, all'inizio sarà uno sforzo, ma dopo ci darà più sicurezza.
Fare scelte irreversibili
Tutte le volte che fai una scelta pensando che non potrai più tornare indietro crei le basi per una forte ansia, non esistono scelte irreversibili: siamo noi a renderli tali. Cerchiamo quindi di non metterci da soli con le spalle al muro arrivando a un bivio in cui non abbiamo altre possibilità di scelta.
Impersonare ruoli totalizzanti
Ognuno di noi è figlio, padre, fratello, amico, capo, dipendente....Ognuno di questi ruoli deve occupare uno spazio e un tempo limitati, e non deve mai confondersi con la nostra identità.
Individua i tuoi ruoli e accanto ad essi scrivi la percentuale di importanza che rivestono. C'è uno che prevale nettamente? Ridimensionalo, devi dedicare parte del temp e delle attenzioni che questo ti richiede solo a te stesso.
Vivere il panico come una malattia
Spesso il panico viene etichettato come una malattia organica misteriosa ed ostile. L'ansia arriva per indicarci che dentro di noi un equilibrio si è spezzato ed è un bene perché forse questo falso equilibrio non era salutare.
Nel nostro stile di vita c'è qualcosa che è contro la nostra natura. E' necessario fermarsi ed accettare la consapevolezza che un cambiamento è inevitabile. Smetti quindi di considerarti vittima di un malessere privo di senso, piuttosto stai in attesa di un evento positivo, non di una catastrofe.
Fissarsi a voler tornare quelli di prima
Rimpiangere la vita tranquilla di prima cercare di ripristinare a tutti i costi la normalità è comprensibile ma del tutto inutile. Di fatto, è proprio quelo che stiamo rimpiangendo che ha originato il panico. Non si tratta di rivoluzionare le nostre scelte ma possiamo usare una parola diversa, rinunciare al solito gesto, possiamo dire di no a ciò che abbiamo sempre accettato o il contrario.
Essere impazienti di guarire
Il tempo che ci vorrà per liberarci dal panico è utile all'elaborazione di un cambiamento che va da sé. Se non ti opponi al processo evolutivo che il panico porta con sé, faciliterai e velocizzerai la guarigione.
Vedere la salvezza nei farmaci
Il farmaco potenzia una mentalità razionale che consolida l'idea errata di una malattia organica e ci induce a respingere come inutili i segnali del corpo che sono espressione di vitalità e non di aberrazione.
Sperimentare che puoi gestire un attacco di panico da solo senza medicine, è il primo passo verso la guarigione.
FONTE: "Come vincere gli attacchi di panico", Edizione Riza