COME RICONQUISTARE LA SPENSIERATEZZA
Vivere spensieratamente non è il privilegio di pochi fortunati ma una possibilità che è data a tutti noi, anche ai più tormentati. E' possibile svegliarsi allegri e pieni di energia; si possono fare scelte giuste anche ascoltando la pancia; si può vivere con molto poco senza sentire la mancanza di nulla; ci si può liberare di amicizie o amori finiti senza sentirsi in colpa né soli.
Non devi fare di più ma di meno
Il primo trucco è pensare in modo più pratico e lineare e agire in maniera altrettanto diretta e spontanea. Devi lasciare cadere tutto il superfluo: i pensieri che creano ostacoli, i legami che diventano catene, gli oggetti che non ci servono più. E' incredibile come, cambiando sguardo, tutto possa semplificarsi e diventare anche più profondo.
Occorre rieducare il pensiero alla semplicità: come se dopo essere stati per tanto tempo in un labirinto dovessimo imparare a muoverci su una strada dritta.
Elimina il superfluo
Qualunque sia la tua condizione attuale, che tu sia frastornato, insoddisfatto, con le idee confuse, non preoccuparti: è proprio quando si tocca il fondo che ci si può dare la giusta spinta per risalire.
In che cosa consiste il nostro percorso?
Si tratta di tagliare il superfluo, l'inutile, le complicazioni in ogni ambito della nostra vita...
Insomma un'operazione di svecchiatura e di pulizia globale, la stessa che si fa quando si pota una pianta, si rimette a nuovo un oggetto. Perché la nuova vernice aderisca bisogna eliminare gli strati vecchi!
Via i rami secchi!
L'altra operazione salva serenità è quella di facilitare le relazioni con gli altri.
I rapporti a perdere andranno lasciati cadere, gli altri avranno bisogno di essere fertilizzati con un diverso nutrimento. Basta con i sacrifici che non portano a nulla, con l'accondiscendenza, con gli obblighi e i rospi ingoiati per quieto vivere. Bisogna coltivare il rispetto, lo scambio pari, bisogna prendere oltre che dare: anche noi abbiamo bisogni, diritti, limiti.
Niente paura però, non ci faremo il vuoto intorno, piuttosto ci concederemo il privilegio di dare il nostro amore a chi saprà farlo fruttare.
Butta via il passato e fai posto al nuovo
Per far spazio al nuovo, occorre liberarsi del vecchio. A darci la spinta a staccarsi dal passato, dai ricordi, dagli automatismi e dall'insicurezza che ci porta ad attaccarci tenacemente a tutto, ci faremo aiutare da un'azione liberatoria: buttare via oggetti, cibi scaduti, cosmetici, abiti, libri, foto... Ossia tutto quello che fatto il suo corso, che è inutile o che non ha più niente a che fare con noi, come siamo adesso.
I benefici di una vita leggera
Una testa leggera e una vita più semplce sono alla base di un corpo sano e un invecchiamento fisiologico.
Mantieni il cervello giovane - L'effetto della demenza è quello di svuotare il cervello: ci impedisce di ragionare, di pianificare, di conservare le informazioni. La demenza è forse il tentativo estremo del cervello di ripulirsi dall'inutile. Ma è un modo dannoso, perché ci libera anche di ciò che è utile e positivo. Un cervello svuotato dell'inutile si mantiene giovane ed efficiente. Non solo: continua a maturare e a offrirci nuove opportunità di apprendere e di acquisire nuove abilità.
Elimi i chili di troppo - La fame nervosa e i chili di troppo sono indice di un vuoto interiore che nasce dall'assenza dell'unica cosa ch non si può comprare: il contatto con noi stessi. Provare a fare a meno degli oggetti inutili da cui dipendiamo ci aiuta a mettere a fuoco quanto poco serve per stare bene, anche per quel che riguarda il cibo.
Scongiuri depressione e ansia - Nella depressione si acuisce la percezione della vita come peso insostituibile e come una fatica insensata. L'ansia cronica invece amplifica e porta in primo piano lo sforzo alla rincorsa di obiettivi inutili e irrealistici. Cambiare il proprio stile di vita e di pensiero è essenziale se soffriamo di questi disagi ed è una vera e propria strategia preventiva se vogliamo evitare di sperimentarli in futuro.
FONTE: "Libera la mente dai conflitti interiori" di Maria Grazia Tumminello, Edizione Riza.